Una delle principali innovazioni dei catasti geometrico-particellari ottocenteschi, rispetto alle fonti estimali del Medioevo e dell’età Moderna, è certamente quella legata al fatto che le operazioni di stima e di misura vengono effettuate da funzionari dello Stato e non, come soventemente avveniva in un passato più lontano, sulla base delle dichiarazioni degli stessi proprietari (Biagioli, 1975).
In questo contesto di “rinnovazione” delle pratiche di rilievo fiscale, registrate nei territori toscani negli anni successivi alla dominazione napoleonica, la realizzazione delle Perizie conservate presso l’Archivio di Stato di Lucca (Mammini, 2000, pp. 301-345) può quindi essere considerata come parte di un più ampio processo che si protrarrà per circa un sessantennio. Una straordinaria raccolta di registri in cui, per buona parte del territorio provinciale lucchese, i tecnici dell’allora governo stimarono tutti gli edifici, con grande minuzia di dettagli, sia in ambito urbano che rurale.
La straordinarietà di questa documentazione (poco meno di duecento unità archivistiche per circa 40 mila carte) è data quindi dall’enorme mole di informazioni che i funzionari raccolsero durante le loro ispezioni. Questi infatti non si limitarono solo a contare il numero dei piani o a descrivere i diversi usi delle stanze di una casa, ma fornirono spesso anche dettagli particolareggiati sui materiali costitutivi dei manufatti (tetti in paglia, scale di legno, uso dei mattoni etc.).
Questi registri, datati 1857, erano associati a delle carte mappali che però negli anni sono andate smarrite, o sono forse state volontariamente eliminate durante qualche fase di riorganizzazione degli uffici erariali (dove erano conservate), per non confonderle con le mappe successivamente elaborate (Pacini, 2015, pp. 65-72).
A causa di questa significativa lacuna documentale, gli stessi tecnici del catasto, negli anni seguenti all’acquisizione di Lucca da parte del Granducato avventa nel 1847 (AA.VV., 2000), decisero allora di aggiungere, nella parte apicale di ogni perizia extraurbana, il numero della pagina del registro del Campione dei Proprietari del Catasto Generale della Toscana, il documento successivo al Catasto Vecchio lucchese, che aveva come data d’impianto il 1802. Tale informazione aggiuntiva ha permesso così, agli stessi tecnici di allora così come a noi quest’oggi, non solo di collegare questi documenti alla posteriore fonte catastale, ma conseguentemente anche di poter “agganciare” queste perizie alle geometrie disegnate nei fogli mappali del catasto toscano.
Da notarsi che, rispetto a quanto risulta per le aree rurali, la numerazione delle particelle catastali per gli appezzamenti interni alla cinta muraria di Lucca ha seguito criteri differenti; in questo caso infatti, non essendovi nessuna cartografia catastale risalente all’impianto del Catasto Vecchio, si decise di impiegare come base la mappa prodotta da Antonio Pelosi (in data 1837/38) e realizzata in sei fogli in scala 1:1000, apportando quindi su di essa una numerazione da utilizzare tanto per le perizie quanto per i nuovi partitari catastali toscani (Mammini, 2000).
Pinna S., Grava M., Le perizie catastali lucchesi: una fonte archivistica per la pianificazione territoriale, in Atti del XXXII Congresso geografico italiano, AGEI, Roma, 2016.
Cartografia GIS dei soggetti giuridici religiosi nella Toscana alla metà del XIX secolo
Nelle ricerche geografiche, il ricorso a metodologie digitali GIS, così come consente di processare degli elementi di cartografia storica onde utilizzarli al meglio nella ricostruzione degli assetti territoriali del passato, permette anche, partendo da documentazioni testuali d’archivio, di costruire delle nuove carte che forniscono varie possibilità di estendere gli orizzonti degli studi. In questo caso, sono stati georeferenziati dei dati inediti relativi al Granducato di Toscana alla metà dell’Ottocento e concernenti i valori imponibili di tutti i soggetti giuridici religiosi. Questi dati sono stati collegati agli elementi poligonali del Catasto Generale della Toscana riferiti agli ambiti comunitativi, in modo da realizzare una serie di carte (una per ognuna delle classi in cui sono suddivisi i suddetti soggetti), che costituiscono uno strumento visivo per un analitico esame dell’organizzazione amministrativa del territorio toscano a poco più di mezzo secolo dalla (temporanea) soppressione degli enti religiosi, operata da Napoleone.
Pinna S., Zamperlin P., Macchi Jánica G., Grava M., Per una cartografia GIS dei soggetti giuridici religiosi nella Toscana alla metà del XIX secolo, in XXIII Conferenza Nazionale ASITA, 2019, Trieste.