Archeologia

I paesaggi funerari di Pisa Etrusca

La ricostruzione del paesaggio funerario di Pisa etrusca rappresenta una sfida di notevole complessità: da un lato, i resti di questo passato sono nella quasi totalità non più visibili e, dall’altro lato, il tema in generale non è stato finora affrontato in maniera metodica.
Tali limitazioni hanno stimolato una ricerca sistematica, basata tuttavia su dati frammentari e informazioni non organizzate, spesso relegate a note a piè di pagina. Nonostante ciò, grazie alle potenzialità offerte dalla cartografia digitale, possiamo adesso osservare un quadro più organico e dettagliato di questa realtà.


Volterra etrusca

Rispetto al panorama complesso ed in parte ancora discontinuo offerto dalle testimonianze funerarie dell’insediamento pisano, la ricostruzione del paesaggio funerario di Volterra etrusca offre un quadro decisamente consolidato, articolato e ricco di informazioni. A partire dai decenni centrali del Settecento, le frenetiche attività di scavo condotte nel suburbio della città hanno portato ad acquisire, pur con modalità ed attendibilità alquanto diverse a seconda delle circostanze di rinvenimento, un numero significativo di dati relativi alle strutture tombali e ai materiali archeologici ad esse associati (FIUMI 1961, 1977; BONAMICI, CATENI, ROSSELLI 2012), ai quali si sono aggiunti progressivamente i risultati delle ricerche delle epoche più recenti. Già nel 1976 E. Fiumi, raccogliendo l’insieme dei rinvenimenti susseguitisi fino ai suoi tempi, compilò una prima carta archeologica nella quale localizzò e tentò di inquadrare cronologicamente le aree funerarie di epoca etrusca che circondano da ogni lato il centro abitato (FIUMI 1976). Anni dopo, tale carta è stata aggiornata e ulteriormente scandita per fasi da A. Maggiani in occasione del Convegno di Studi Etruschi del 1995, e in essa confluirono i risultati della revisione dei dati sugli scavi noti e i nuovi rinvenimenti, relativi prevalentemente al periodo etrusco più antico fino all’età arcaica (MAGGIANI 1997). L’insieme delle acquisizioni ha consentito si affinare progressivamente la conoscenza dell’estensione crono-topografica delle grandi aree necropolari volterrane (Portone, Badia-Guerruccia, Le Ripaie, Ulimeto-Poggio alle Croci), con l’aggiunta di numerosi nuclei isolati, esterni ai distretti funerari di maggiore ampiezza. Inoltre, tra il 2003 e il 2005 la Provincia di Pisa e l’allora Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana hanno promosso una campagna di ricognizioni mirate al censimento delle strutture funerarie ancora visibili.

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